Callia l'Ateniese
Metamorfosi di un'élite, 421–371 a.C.
Nel 'secolo breve' tra la pace di Nicia (421 a.C.) e la battaglia di Leuttra (371 a.C.), Callia emerge come figura centrale. Discendente da una potente famiglia ateniese, si arricchisce grazie a stratagemmi e diventa daduco, un sacerdote di alto rango, assumendo un ruolo cruciale nei riti cittadini. Come diplomatico, guida le trattative tra Atene e Sparta. Tuttavia, i comici e i suoi avversari lo ritraggono come un uomo circondato da adulatori, afflitto da compulsioni sessuali e sfruttato dai Sofisti. Invecchiato e segnato dal vizio, Callia avrebbe celebrato un simposio suicida bevendo cicuta, lo stesso veleno che uccise Socrate. Analizzando le contraddizioni tra i due ritratti, emerge un'élite spregiudicata, intenta a resistere e adattarsi a un mondo in cambiamento, dove prevalgono intraprese finanziarie, evasione fiscale e ricerca edonistica, a scapito dei valori civici condivisi. Questo caso studio rivela un lato oscuro della Grecia classica, offrendo una prospettiva amara e ancora da esplorare.
