Thomas Mann nannte sie einen 'verödeten Engel', Roger Martin du Gard dankte ihr, weil 'sie auf dieser Welt ihr schönes Antlitz eines untröstlichen Engels trägt', Carson McCullers, widmete ihr Spiegelbild im goldnen Auge und für Ella Maillart, die mit ihr nach Afghanistan reiste, gehörten ihre Augen 'zu einer Seele, die Schönheit liebte' und vor einer 'unharmonischen Welt zurückschreckte'. Annemarie Schwarzenbach (1908–1942), Schriftstellerin, Journalistin, Fotografin und Archäologin aus reicher Industriellenfamilie, entfloh ständig einem Umfeld, das gegen ihre eigenen Sehnsüchte prallte; von Rußland nach Persien, von den Vereinigten Staaten von Amerika nach Kongo. Ihre Existenz war von Drogen und Klinikaufenthalten geprägt, von einem erbitterten, schriftstellerischen Kampf gegen den Nationalsozialismus und von ihrer stürmischen Freundschaft zu Klaus und Erika, den Enfants terribles von Thomas Mann. Die neue dichte, subtile und vibrierende Biographie bringt Licht in Phasen des Lebens von Annemarie Schwarzenbach, die bisher im Dunkeln lagen.
Dominique Laure Miermont Books


Una terribile libertà. Ritratto di Annemarie Schwarzenbach
- 343 pages
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Annemarie Schwarzenbach ha attraversato la sua epoca come una meteora, la cui scia infuocata è visibile ancora oggi. Scrittrice eclettica di romanzi e racconti, reportage e articoli politici, fotografa di talento e archeologa, non ha mai smesso di fuggire dalla gabbia dorata costruita attorno a lei da una famiglia borghese e da una madre troppo ambiziosa, troppo amorevole e troppo dura. La sua evasione si è trasformata in un viaggio interminabile, a partire dalla Berlino degli anni trenta, vissuta al fianco degli enfants terribles Klaus ed Erika Mann, con cui ha condiviso l’insaziabile aspirazione a una libertà senza compromessi, l’inesauribile ricerca di assoluto, la lotta contro l’ingiustizia sociale e il nazismo, la sete di esperienze, di eccessi e di scrittura. Un incurabile istinto migratorio l’ha condotta lontano dall’Europa: dalla Russia alla Persia, dagli Stati Uniti della Grande depressione al Congo; una galleria di volti e paesaggi, catturati dalla penna e dalla macchina fotografica, rincorrendo domande ineludibili e incontri fugaci e profondissimi. Un vagabondaggio che si è spinto in ogni luogo e con qualsiasi mezzo, giungendo alle montagne e ai deserti dell’Afghanistan, a bordo di una Ford, in compagnia di Ella Maillart: due donne sole e braccate da un’angoscia che non concede tregua, fra tende di cavalieri dal turbante bianco e steppe che si stendono a perdita d’occhio, agli antipodi dell’Europa dove stava per divampare la guerra. Una terribile libertà – opera irrinunciabile per chi voglia avvicinarsi al mondo di Annemarie Schwarzenbach – insegue la parabola di una gioventù nomade, vorace e sfrenata, segnata dall’oppio e dai tanti internamenti e sorretta da una vitalità disperata e irriducibile, stroncata ad appena 34 anni. Grazie alla scoperta di carteggi e manoscritti Dominique Miermont è riuscita a portare alla luce aspetti del carattere di Annemarie Schwarzenbach rimasti sempre in penombra, a restituire con vividezza il suo sguardo così impregnato di umanità e umanismo. Uno sguardo che tradisce il coraggio sovversivo di una giovane che ha eroicamente opposto lo scudo dello spirito a tutte le sue debolezze e dipendenze, divenendo il paradigma della donna moderna. Una figura contradditoria, ribelle, tra le più affascinanti del Novecento.