Claudio Magris is a distinguished Italian author whose work often delves into the interconnectedness of European history and culture. His literary approach is marked by a profound interest in multicultural heritage, which he brings to life through keen observations and historical reflections. Through his writing, he uncovers the intricate tapestry of European identity, tracing its course across the continent. Magris imbues his works with a rich blend of scholarly depth and a passionate engagement with the human experience.
Geschichten von Ländern, Grenzen, Entdeckungen und der Fremde – meisterhaft erzählt von Claudio Magris Drei unwahrscheinliche, wahre Geschichten von der Welt „am Ende der Welt“. Claudio Magris‘ meisterhafte Erzählungen handeln von außergewöhnlichen Menschen, die Ende des 19. Jahrhunderts nach Patagonien auswanderten, um sich mit dem „Anderen“ zu konfrontieren: Ob es der slowenische Ethnologe Janez Benigar ist, der sich mit einer Mapuche vermählt, der französische Anwalt Orélie-Antoine de Tounens, der sich zum König von Araukanien ausrufen lässt und einen hoffnungslosen Freiheitskampf initiiert, oder schließlich Schwester Angela Vallese aus dem Piemont, die ihr Leben für die verfolgten Ureinwohner Feuerlands opfert. Magris erzählt die erstaunliche Geschichte unbekannter Helden, die die Fremde zur Heimat machten.
Claudio Magris’ neue Erzählungen – Gedanken über das Altern und eine Hommage an seine Heimatstadt Triest Die Protagonisten von Magris’ Geschichten haben es alle mit einer Zeit zu tun, die ohne Anfang und Ende zu sein scheint. Der reiche, alte Industrielle, der einen Schein-Rückzug aus dem Leben inszeniert; der Reisende, der im verschlafenen Donaustädtchen Krems, berührt von einem scheinbar unbedeutenden Zufall, die Zeitlosigkeit des Lebens und der Liebe entdeckt; der Musiklehrer, der seinen Schüler nach vielen Jahren in einer Begegnung zweideutiger Grausamkeit wiedersieht. Ironisch und schonungslos, melancholisch und nüchtern lassen Magris‘ Charaktere ihr Leben abklingen. Fünf Meistererzählungen über das Altern vom bedeutenden Triester Claudio Magris. Eines seiner besten Bücher.
Claudio Magris se zde vrací k tématu, jež je mu blízké a o němž psal už v románu Poslepu, k sochám z lodních přídí, hledícím před sebe na moře vstříc osudu a odvracejícím působení zlých sil. Kniha, která strhujícím způsobem líčí dějiny těchto figur a je doplněna i bohatým obrazovým materiálem, však není jen historií muzeálních kousků. Vypráví o moři, o ženách, o lodích i o literatuře. Sochy vystupují z mýtů a stávají se z nich skutečné ženské postavy – Sirény, bohyně, obyčejné ženy nebo věštkyně jako Kassandra, svůdnice, matky, vizionářky a další. Dočítáme se o hřbitovech pro lodě, o hrdinkách a dobrodruzích, kteří se vynořují z hlubin paměti a stávají se nesmrtelnými. Claudio Magris za tuto knihu obdržel v roce 2020 mezinárodní cenu MARetica udělovanou textům o moři.
Soubor pěti povídek s tématem stáří a plynoucího času, s nímž se musí jednotliví protagonisté vyrovnat. Starý bohatý průmyslník se nechá zaměstnat jako vrátný v jedné ze svých budov; pedagog z hudební konzervatoře na odpočinku se po letech setká se svým někdejším žákem, dnes houslovým virtuosem; stařičký spisovatel žijící v ústraní na venkově je čestným hostem při udílení literární ceny pro začínající spisovatele, kde se cítí nepatřičně; někdejší vysloužilec z první světové války sleduje natáčení filmu o příhodě z vlastního mládí a nepoznává sebe ani přátele a ani onu dobu; a konečně v ústřední povídce, jež propůjčila jméno celé knize, zjišťuje starý hrdina při náhodném bezvýznamném setkání v jednom ospalém rakouském městečku, že čas neběží jen lineárně a že si s námi záludně pohrává.
"Secondo la definizione di Salvatore Battaglia nel Grande dizionario della lingua italiana, l'istantanea è eseguita con un tempo di esposizione molto breve senza l'impiego di un sostegno. Claudio Magris compone un florilegio di istantanee, raccolte in ordine cronologico, dal 1999 al 2016. In esse Magris ritaglia piccoli e grandi aspetti della vita quotidiana, della vita politica, della nostra intimità. Stigmatizza false credenze, modi di dire, comportamenti che nascondono abissi di incomprensione e superficialità; sottolinea piccoli gesti, nascosti, che rivelano l'ampiezza dell'animo umano. Pesca dalla storia e dalla letteratura situazioni sorprendenti, capaci di illuminare il presente confuso in cui viviamo. Ne emerge una piccola commedia umana, un affresco unitario delle nostre vite nevrotiche, il cui telaio è lo spirito caustico, ironico, sempre pieno di Pietas dell'autore, autentico moralista (nel senso alto del termine) dei nostri tempi. Che non ci dice mai come dobbiamo essere o vivere, ma ci invita a guardarci con rigore e tenerezza. E alla fine di questo viaggio ci saluta con un invito: "Solo quando puoi nuovamente ridere, dice una scritta letta più di trent'anni fa sulla porta del Duomo di Linz, hai veramente perdonato".--Rabat de la jaquette
Für sein 'Kriegsmuseum zum Zwecke des Friedens' sammelt ein Mann in Triest
Kriegsgeräte aller Art. Sie erzählen die Geschichten derer, die damit getötet
haben oder getötet wurden. Als Jahre später das Museum bei einem Brand
zerstört wird, versucht Luisa, Tochter einer Jüdin und eines
afroamerikanischen Leutnants, es zu rekonstruieren. Dabei wird nicht nur die
Geschichte ihrer Vorfahren zwischen Diaspora und Sklaverei wieder lebendig,
sondern auch die von San Sabba, dem einzigen Konzentrationslager Italiens.
Doch die Kraft des Vergessens erscheint ungeheuer: die Verbrechen wurden
vertuscht, die Verfahren eingestellt. Gestützt auf eine wahre Geschichte hat
Claudio Magris ein gewaltiges Epos geschrieben.
Faceva ancora il liceo Claudio Magris quando nella Trieste degli anni Cinquanta conobbe Biagio Marin, figura leggendaria di intellettuale e maestro, ma soprattutto poeta luminoso, ammirato dai critici seppure ancora lontano dalla fama nazionale che sentiva di meritare. Il quasi mezzo secolo di età che li separava non impedì lo sbocciare di un'amicizia febbrile, coltivata per quasi trent'anni attraverso incontri e, sempre più frequentemente, lettere che qui si pubblicano per la prima volta, grazie all'appassionata cura di Renzo Sanson. Gli scambi tra i due testimoniano di un rapporto tra allievo e maestro fatto di stima e ammirazione: Marin aveva perso in guerra il figlio Falco, e riversò l'affetto di un padre su Magris, «figlio d'anima»; Magris in Marin trovò il suo modello di libertà. Rivelano un affetto fortissimo, ma testimoniano senza pudori di scontri, asprezze e incomprensioni, raccontando due vite parallele che si intrecciano e si ritrovano nel corso degli anni: Marin vorrebbe Magris suo erede esclusivo, pur sapendo che sarà impossibile, e soprattutto gli chiede di aiutarlo a conquistare quel riconoscimento che ancora pare sfuggirgli; Magris, soprattutto negli anni della sua formazione e della crescita intellettuale, gli chiede spesso consiglio e conforto, ma non esita a replicare l'eterno dramma del conflitto con il padre quando avverte il peso della personalità e della irruenza di un uomo non a caso chiamato in famiglia «fronte di tempesta». Attraverso pagine ricche di forza e di umanità, Ti devo tanto di ciò che sono disegna così l'inedita autobiografia di due grandi scrittori, l'uno espressione del Diciannovesimo secolo («voce di una generazione maturatasi prima della Grande Guerra, esperta delle crisi ma non incrinate da esse», nelle parole di Magris), l'altro proiettato nelle nevrosi e nelle inquietudini del Novecento.
Paesaggi, umori, incontri, riflessioni, racconti di un viaggiatore sterniano che ripercorre con pietas e humor il vecchio fiume, dalle sorgenti al Mar Nero, ripercorrendo insieme la propria vita e le stagioni della cultura contemporanea, le sue fedi e le sue inquietudini. Un itinerario fra romanzo e saggio che racconta la cultura come esperienza esistenziale e ricostruisce a mosaico le civiltà dell'Europa centrale, rintracciandone il profilo nei segni della grande Storia e nelle effimere tracce della vita quotidiana.