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I politici politicanti italiani, quelli che Luigi Einaudi chiamava appunto «i Padreterni», sono sordi. Non riescono a capire. Non riescono a vedere, chiusi nel loro fortilizio, l’insofferenza montante dei cittadini. Quattro anni dopo La Casta, gli autori che prima e più di tutti ne hanno denunciato gli sprechi e gli abusi, smascherano punto per punto l’inadeguatezza di un potere che non riesce ad essere classe dirigente. La crisi infuria, l’euro vacilla, l’Italia è a rischio default. Urgono interventi, anche dolorosi, che la manovra correttiva del governo chiede a tutti i cittadini. Be’, non proprio a tutti: le misure che toccano le tasche dei politici vengono rinviate a un ipotetico futuro, e un golpe notturno elimina dalla manovra di Tremonti la norma che adegua le indennità dei parlamentari italiani a quelle, molto più basse, dei colleghi europei. Siamo davvero governati da una casta talmente abituata ai privilegi, da non rendersi conto che il proprio comportamento mette a rischio non solo il decoro, ma anche la tenuta delle istituzioni e della democrazia? Questo libro è un’invettiva che mette i politici e la politica (nazionale e locale) di fronte alle proprie responsabilità.
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Licenziare i padreterni, Gian Antonio Stella, Sergio Rizzo
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- 2011
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- (Paperback),
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