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Helga Schneider

    November 17, 1937

    This author delves into the traumatic experiences of childhood and complex family relationships, particularly within the context of wartime Germany. Her works examine the impact of wartime propaganda and ideology on individuals and families, often through personal experience. With precision and deep psychological insight, she uncovers the mechanisms of denial and the lingering influence of a Nazi past on subsequent generations. Her writing is often somber, yet strives for understanding and reconciliation.

    La baracca dei tristi piaceri
    Als wir Kinder waren
    Laisse-moi partir, mère
    Kein Himmel über Berlin
    Heike riprende a respirare
    Let Me Go
    • Describes without sentimentality or self-pity the author's own difficult upbringing and the raising of her own child against the background of painful confrontation of the reality of her mother. This book interweaves her family history into the interview with her mother and evokes the dreadful misery of Nazi and immediate post-war Berlin.

      Let Me Go
    • Berlino, 1945. Heike, dieci anni, vive con la madre nello scantinato della loro casa distrutta dalle bombe. Il padre è disperso, ma Heike sa che tornerà: non smette di parlarne al suo più grande amico e confidente, il grande melo che cresce nel giardino. Attorno, rovine: rovine di edifici, e rovine nelle menti e nei cuori delle persone. Tante però sembrano voler tener viva la speranza nel futuro... Non la mamma di Heike: nel suo recentissimo passato c'è una ferita inguaribile. La storia personale di una ragazzina si mescola con la storia con la S maiuscola. Alla fine di una guerra non ci sono solo le cose da ricostruire, ma anche le vite e le persone. Dopo "Stelle di cannella" e "L'albero di Goethe", Helga Schneider riapre per il pubblico dei ragazzi le pagine del suo personale passato per raccontarlo, commuovere e far pensare: e stavolta lo fa ritornando al tema del suo primo libro, "II rogo di Berlino", e alla dimensione collettiva della tragedia di cui è stata testimone. Una storia delicata, in punta di piedi di bambina, per raccontare una verità cattiva: nessuno sopravvive alla guerra, neppure i vivi. Età di lettura: da 12 anni.

      Heike riprende a respirare
    • Kein Himmel über Berlin

      • 250 pages
      • 9 hours of reading
      4.2(1320)Add rating

      Eine Kindheit in Zeiten des KriegesHelga Schneider, Autorin von "Laß mich gehen", erinnert sich an ihre tragische Kindheit im zerbombten Berlin. Ihre fanatische Mutter verläßt die Familie - und während in der Stadt der Krieg tobt, spielt sich in Helga eine stillere, aber um so größere Tragödie die eines Kindes, das um die Liebe seiner Mutter betrogen wurde.

      Kein Himmel über Berlin
    • Laisse-moi partir, mère

      • 191 pages
      • 7 hours of reading

      Analyse : Roman d'autofiction. Roman psychologique (formation).

      Laisse-moi partir, mère
    • Blendendes Weiß. Unendliche Flächen unberührten Schnees – jeden Morgen bietet sich dem neunjährigen Kurt das gleiche verstörende Bild. Dabei sehnt er sich so sehr nach dem Anblick des heimatlichen Gutshofes, dem süßlichen Geruch des Stalls und den vertrauten Geräuschen der Tiere, die sie in jener eiskalten Winternacht zurücklassen mußten. Das Jahr 1945 hat gerade begonnen, als die Familie Linke sich zur Flucht aus Ostpreußen entschließt. Ihr ständiger Begleiter ist die Angst – die Angst, das Pferd könnte lahmen, die Muttermilch für das Brüderchen versiegen, die Angst vor Krankheit, Hunger und dem Erfrieren. Als Kurts Großvater den täglichen Überlebenskampf verliert, muß der Junge die Führung durch die eisigen Weiten übernehmen. Achtundfünfzig Jahre später sieht Kurt seine Jugendfreundin Helga in Hamburg wieder. Gemeinsam mit ihr wagt er den Schritt in die lange verdrängte Vergangenheit.

      Als wir Kinder waren
    • La baracca dei tristi piaceri

      • 205 pages
      • 8 hours of reading

      "Stava lì, l'aguzzina delle SS, capelli biondi e curati, il rossetto sulla bocca dura, l'uniforme impeccabile... Stava lì e pronunciò con sordida cattiveria: «Ho letto sulla tua scheda che eri la puttana di un ebreo. È meglio che ti rassegni: d'ora in poi farai la puttana per cani e porci»." Così racconta l'anziana Frau Kiesel all'ambiziosa scrittrice Sveva, dando voce a un dramma lungamente taciuto: quello delle prigioniere dei lager nazisti selezionate per i bordelli costruiti all'interno stesso dei campi di concentramento, con l'ipocrita e falsa giustificazione di voler limitare l'omosessualità tra i deportati. Donne i cui corpi venivano esposti ai sadici abusi delle SS e dei prigionieri maschi – spesso veri e propri relitti umani – che malgrado tutto preferivano rinunciare a un pezzo di pane per scambiarlo con pochi minuti di sesso. Donne che alla fine della guerra, schiacciate dall'umiliazione e dalla solitudine, invece di denunciare quella tragedia fecero di tutto per nasconderla e seppellirla dentro di sé. In questo nuovo capitolo della memoria storica personale e collettiva, Helga Schneider continua a dare testimonianza di ciò che è accaduto perché non si ripeta mai più, e a rendere un coraggioso omaggio alle donne che in tutti i tempi e in tutti i luoghi subiscono la violenza degli uomini, delle leggi, della Storia.

      La baracca dei tristi piaceri
    • Laat mij gaan, moeder

      • 142 pages
      • 5 hours of reading

      Autobiografisch getint relaas van de ontmoeting van een vrouw met haar bejaarde moeder die een zeer gemotiveerde bewaakster in Auschwitz was en daarvan nog steeds geen spijt heeft.

      Laat mij gaan, moeder